Questa mattina sul Corriere ho letto questo trafiletto di Beppe Severgnini e sono rimasta molto colpita, perché tocca molti punti dolenti su cui mi trovo spesso a riflettere quali lavoro, fiducia nella classe politica e nel mio futuro in questa Italia.
Trovare l’articolo a questo link
Di seguito ho riportato alcune parti per me significative:
“Le trecce bionde sporche di melma, le mani che impugnano pale e scope. La città più vecchia d’Italia appare, di colpo, ringiovanita. Fradici e instancabili, organizzati via Facebook e WhatsApp, i ragazzi di Genova sanno cosa fare; una vera protezione civile, senza maiuscole. Non offendiamoli con la nostra retorica. Non sono «angeli del fango», non sono eroi. Sono italiani. Hanno testa, cuore e braccia: e sanno farli funzionare insieme.”
e ancora:
” Sono arrivati perché Genova ha bisogno d’aiuto. È un’occasione di riscatto e una dichiarazione pubblica. Non tutti sono rassegnati, in questo Paese.
I nuovi italiani sono, nella grande maggioranza, come loro. Vorrebbero rendersi utili, ma non riescono. Non riescono perché non gliene diamo la possibilità. Il torrente Bisagno, con la sua naturale ferocia, li ha mobilitati. Noi adulti, nel nostro insondabile egoismo, non siamo stati capaci. Non abbiamo neppure il coraggio che viene dalla necessità. Non riusciamo a dire ai nostri ragazzi che abbiamo bisogno di loro. Che, senza le idee e le energie di una nuova generazione, l’Italia è condannata.”
Non so voi, ma a me fa riflettere!
Ed intanto fuori è tornato a diluviare…